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Descrizione[modifica | modifica sorgente]

La prima attestazione dell'uso del termine counseling per indicare un'attività rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons.[13] Nel 1951 la parola counseling è usata da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità.[14]

L'attività di counseling è svolta da un counselor, un professionista in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali e private. In base al bagaglio di abilità possedute, le competenze proprie all'attività di counseling possono essere presenti nell'attività di diverse figure professionali quali psicologi, medici, assistenti e operatori sociali, educatori professionali.

Essa è finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell'ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi»,[15] ed è inoltre «un'attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l'autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali, per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo».[16]

Secondo Rollo May – uno dei padri fondatori del counseling insieme a Rogers – il counselor ha il compito di «favorire lo sviluppo e l'utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno [...] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso».[17]

La BACP (British Association for Counselling and Psychotherapy) fornisce la seguente definizione dell'attività di counseling: «Il counselor può indicare le opzioni di cui il cliente dispone e aiutarlo e seguire quella che sceglierà. Il counselor può aiutare il cliente a esaminare dettagliatamente le situazioni o i comportamenti che si sono rivelati problematici e trovare un punto piccolo ma cruciale da cui sia possibile originare qualche cambiamento. Qualunque approccio usi il counselor [...] lo scopo fondamentale è l'autonomia del cliente: che possa fare le sue scelte, prendere le sue decisioni e porle in essere».[18]

Analogamente AssoCounseling definisce l'attività di counseling come: «[...] un'attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento».[19]

Differenze tra counseling e psicoterapia[modifica | modifica sorgente]

Da un punto di vista epistemologico il counseling si differenzia dalla psicoterapia per:

  • l'adozione di un metodo diverso da quelli riferiti a "medico-paziente" propri dei modelli psicoterapeutici (anche se ciò non si verifica nell'approccio centrato sulla persona rogersiano dove counselling e psicoterapia condividono la stessa impostazione dove l'esperto è il cliente);
  • la definizione dell'obiettivo concreto e del contesto spazio-temporale della relazione counselor-cliente;
  • l'esclusione della psicopatologia come settore di intervento.

A differenza del paziente nella psicoterapia, il cliente nel counseling non ha bisogno di essere curato né aiutato a superare una sofferenza psicologica, ma si avvale delle competenze del counselor come sussidio delle capacità che già possiede in modo da conseguire gli obiettivi che desidera, nei modi e nei tempi che gli sono consoni.

Psicoterapia Counseling
Disagio/Sofferenza psichica Problemi interpersonali limitati e specifici all'area del conflitto
Disordini patologici dovuti a Disturbo strutturale di personalità e riparazione di strutture di gravi disturbi (patologia) Ambivalenzastress, scelte e decisioni difficili da compiere (difficoltà)
Fattori interni Fattori esterni
Tempi più lunghi Tempi più brevi
Complessità del funzionamento intrapsichico, impegno intensivo Crescita, prevenzione e sviluppo della personalità, questioni educative e di orientamento vocazionale

 

Schema: aree di applicazione[20]

Critiche al counseling[modifica | modifica sorgente]

Le maggiori critiche all'attività di counseling vengono mosse da una parte della categoria degli psicologi (alcuni Ordini regionali ed alcune associazioni di categoria) e riguardano, in particolare, i seguenti punti:

  • l'attività di counseling è in realtà attività di "consulenza psicologica" e "sostegno psicologico" e, pertanto, i counselor che si definiscono tali ma che non sono psicologi iscritti all'Ordine compiono un abuso (esercizio abusivo di professione). L'attività del "counselor" è infatti totalmente sovrapponibile ai compiti che già spettano allo psicologo secondo la Legge 56/89 ;[21];
  • la non regolamentazione della professione di counseling nuoce agli utenti in quanto vengono a mancare i presupposti minimi per la tutela che, invece, una professione regolamentata garantisce (Legge di ordinamento, codice deontologico, etc.);
  • molte competenze del counseling sono competenze proprie alla professione di psicologo, e dunque le stesse scuole di specializzazione per psicoterapeuti che erogano corsi di counseling a non psicologi potrebbero compiere un abuso in riferimento all'art. 21 del codice deontologico degli psicologi;[22] Questo principio, ribadito dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia, ed avverso cui era stata promossa un'azione legale da alcuni ricorrenti, è stato confermato dalla Sentenza n. 10289 del 26 maggio 2011 della quinta sezione civile del Tribunale di Milano. Avverso questa sentenza di primo grado è stato effettuato ricorso in appello, che si è concluso confermando la sentenza di primo grado, evidenziando il difetto di legittimazione attiva dei ricorrenti[23].
  • molte competenze del counseling, essendo competenze proprie alla professione di psicologo, possono essere esercitate solo da psicologi iscritti all'Albo, ex art. 1, L. 56/89.[24]

Le associazioni di categoria di counseling ed alcune associazioni di categoria di psicologi, sostengono invece che:

  • già l'Antitrust si è espresso nel 1999[25] rispetto alla non obbligatorietà dell'esistenza di un Ordine professionale per esercitare una professione;
  • l'ENPAP (Ente nazionale di previdenza e assistenza degli psicologi) nel 2003 effettua una delibera suggerendo al Ministero della Giustizia di comprendere anche professioni affini alla psicologia tra i propri contribuenti;[26]
  • la giurisprudenza attualmente esistente in Italia non ha fino ad oggi rilevato – nonostante precise accuse rivolte ai counselor di esercizio abusivo della professione di psicologo ai sensi dell'art. 348 del Codice penale – abusi di professione da parte di counselor;[27]
  • il recepimento della Direttiva dell'Unione Europea 2005/36/CE[28] offre la possibilità per le associazioni di categoria di counseling di potersi iscrivere in uno speciale elenco redatto dal Ministero della Giustizia;
  • il successivo Decreto Interministeriale (Ministero della Giustizia e Ministero delle Politiche Europee)[29] che istituisce il procedimento per la valutazione delle istanze di riconoscimento delle associazioni di categoria.

La dialettica di questa differenza di posizioni si estrinseca attraverso tre distinti canali:

  • politico-professionale: attraverso la discussione e il dibattito interno alle due categorie;
  • normativo: attraverso pressioni lobbistiche di entrambi gli schieramenti tese a promuovere o meno specifiche leggi;
  • legale: attraverso interventi promossi sia per iniziativa privata (singoli professionisti e associazioni di categoria) che istituzionale (ordine professionale).

 

 

Il counseling in Italia[modifica | modifica sorgente]

Il counseling è una professione non organizzata, ovvero priva di una legge istitutiva e di un ordine professionale. A seguito del varo da parte del parlamento della legge 14 gennaio 2013, n. 4, "in materia di professioni non organizzate"[30] il counseling è stato inserito tra le professioni intellettuali,[31] per esercitare le quali non è necessario seguire alcun iter specifico.

La normativa lascia al singolo professionista la facoltà di qualificarsi professionalmente intraprendendo un percorso di certificazione professionale presso un'associazione professionale di categoria[32] o attraverso la cosiddetta autoregolamentazione volontaria.[33]